PHASE CHECK DELLA BATTERIA DOPO LA REGISTRAZIONE
di Lorenzo Sebastiani
Ciao,
Spesso accade, dopo aver registrato una performance di batteria, di notare in ascolto dei problemi di phasing che compromettono la qualità della registrazione, rendendo l’immagine sonora più confusa e priva di impatto.
Questo effetto è il risultato delle differenze temporali di arrivo delle onde sonore ai vari microfoni che, sommati poi in fase di mix, producono cancellazioni ed enfasi all’interno dello spettro di frequenze.
Ciò può accadere per diversi motivi: acustica della sala di ripresa, posizione dei microfoni, quantità di microfoni utilizzati, problemi di sync dei convertitori, eccetera.
L’editing in questi casi ci viene in aiuto e ci permette di risolvere (o di ridurre) questo subdolo problema.
Dato che non sappiamo se il risultato acustico dopo l’intervento ci piacerà, iniziamo col duplicare la playlist della performance di batteria, così da poterla confrontare in seguito.
In ProTools per far questo è sufficiente creare un gruppo che contiene tutte le tracce di batteria e, fatto questo, cliccare sulla freccetta accanto al nome di una delle tracce in questione scegliendo “Duplicate…”
Per poter “mettere in fase” i segnali dei vari microfoni dobbiamo prenderne uno di riferimento e, sulla base di esso, sincronizzare tutti gli altri. Ma quindi: quale scegliere? Ebbene, i microfoni che rappresentano l’insieme dello strumento sono di solito gli overheads che sono collocati sopra il kit e lo fotografano completamente.
Gli overheads (OH) di solito sono in configurazione stereo (coppia): la prima mossa è verificare se questi due segnali sono in fase rispetto al centro del kit che, solitamente, è l’asse cassa-rullante. Consideriamo quindi la sola traccia di OH, zoomiamo su un colpo di rullante e verifichiamo se le due onde sono in fase (come in figura); nel caso contrario anticipiamo quella “in ritardo” per farla combaciare con l’altra. Il riferimento “grafico” che va preso in considerazione per la messa in fase di suoni percussivi è l’attacco, ossìa la prima parte del transiente dove l’escursione dei picchi è più elevata.
Ascoltiamo ora in solo la traccia di OH: il rullante dovrebbe essere al centro esatto del panorama stereofonico.
Il secondo passo è quello di mettere in fase gli overheads con il rullante. Questo di solito produce un enfasi dell’attacco ed una maggiore nitidezza.
Se abbiamo due tracce di rullante (sopra e sotto) aggiustiamo prima la fase di queste due se necessario (la traccia di SNARE BOTTOM di prassi va invertita di fase!) poi dopo aver creato un gruppo SNARE, fasiamo il gruppo rullante rispetto agli overheads (come in figura).
A questo punto, tenendo come riferimento SEMPRE la traccia di Overheads, procediamo alla messa in fase di tutti i segnali “near” della ripresa (Kik, Hi-Hat, Tom, Floor Tom, Ride, ecc…). Naturalmente, se ad esempio stiamo mettendo in fase il tom, non dobbiamo più collocarci su un punto della traccia dove suona il rullante ma dobbiamo trasferirci dove suona il tom!
In genere da questo procedimento va esclusa, se presente, la ripresa della “Room” in quanto di per sé il “distacco” temporale che c’è fra kit e ambiente fornisce acusticamente un risultato più naturale. E’ paragonabile al concetto di pre-delay in un riverbero artificiale il quale fornisce profondità alla sorgente sonora senza però intaccarne l’intellegibilità.
Bene! Abbiamo messo in fase la nostra take di batteria. Ora arriva il dunque!
Ascoltiamo la versione “fasata” e quella originale, facendo ricorso alla playlist che abbiamo duplicato all’inizio del procedimento: la versione che più ci convince sarà quella che finirà incisa sul disco.
Buona fase a tutti!
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