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Approfondimenti su strumenti, software e tecniche usate nel campo degli arrangiamenti e della produzione musicale.

IL MIX : Perchè è così importante?

IL MIX : Perchè è così importante?

di Lorenzo Sebastiani

 

Ciao,

Si dice spesso che il mix è una parte fondamentale della produzione musicale, una fase in cui vengono stabiliti gli equilibri tra i vari strumenti (volume, suono, compressioni..) e in cui il brano viene definitivamente “chiuso”, pronto per essere masterizzato.

E’ importante quindi muoversi in maniera giusta e affrontare questa fase con le idee più chiare possibili.

Ecco perchè l’arrangiatore, o colui che ha seguito tutte le registrazioni deve essere presente, a meno che non si decida di affidare il tutto ad un altro produttore o fonico, per avere un altro “punto di vista”.
In ogni caso l’importante a mio avviso è non demandare troppo a questa fase.

il mix perchè è così importante? 1

Molto spesso infatti si rimandano decisioni importanti al mixaggio, quasi come fosse un evento miracoloso in grado di sistemare tutti gli errori di registrazione o di arrangiamento.
Come ho già detto altre volte, mentre si crea un arrangiamento è fondamentale considerare tutti gli aspetti in maniera simultanea, avendo il più possibile le idee chiare sul suono di ogni singolo strumento sin dalle prime registrazioni, e non affidarle completamente a un fonico di mixaggio.
L’arrangiamento è suono, e non va quindi considerato solo come un elemento musicale.

Non rimandare mai un’ equalizzazione o una compressione alla fase di mix, è importante avere un suono definito già in fase di creazione o registrazione.
Molto spesso per non sbagliarsi è importante registrare già con il compressore attivo. So che questo può comportare dei rischi, infatti, una volta compresso, il suono ha già un “imprinting”, dal quale è impossibile tornare indietro.
In ogni modo come spesso insegnano i fonici inglesi, l’arte della registrazione comporta i suoi rischi, e un bravo fonico deve sapere prendere delle decisioni e dare un carattere già dalle riprese.

I compressori si usano spesso per dare un suono, non tanto per comprimere un segnale. Se quello che cerchiamo è una sonorità particolare può essere utile registrarla già così.
Stesso discorso vale per le equalizzazioni.
Non esiste una fase in cui viene magicamente decisa la sonorità, essa è infatti nelle mani di chi canta, di chi crea, di chi suona, ed è già quindi presente nella registrazione.

E’ per questo che secondo me il mix deve avere una funzione più di controllo del master, e di giusto equilibrio tra le parti piuttosto che di scelta sonora.
Questo a meno che non si decida di lavorare con altri fonici, e in questo caso è d’obbligo tenere aperte tutte le strade alla collaborazione.
Molto spesso un brano vive di equilibri molto sottili tra le varie parti che lo compongono. Cambiare un volume, una compressione solo per avere un suono “migliore” non ha senso.

Se quel basso deve prendere quello “spazio sonoro” lo decidiamo ancor prima di comprimerlo da quante e quali note suonerà.. e anche dalla dinamica del tocco e da dettagli che dobbiamo tener presente sin dalle prime fasi di scrittura dell’arrangiamento.
Sento spesso dire “poi ci sarà il mixaggio.. poi ci penseremo in mastering..”, a mio avviso è la cosa più sbagliata.
E per quanto mi riguarda non lavoro mai in questo modo, anche se collaboro con molti fonici ho sempre ben chiari in mente quelli che sono gli equilibri e i pesi di ogni elemento del brano.

Il più delle volte i tempi per mixare sono di un giorno a canzone.
E’ impensabile che un fonico esterno, con mille cose da fare da un punto di vista tecnico possa arrivare a comprenderne a pieno il senso e l’equilibrio.

Ecco perchè è sbagliato demandare alla fase di mix tutte queste decisioni, che il più delle volte determinano il successo di una canzone.

di Lorenzo Sebastiani

Il primo “leslie” fu inventato negli anni Cinquanta e serviva a dare spazialità e mobilità al suono di questo organo (di base ricco di onde stazionarie e con un suono molto statico e poco dinamico). Ne esistono di diversi modelli, ognuno dei quali con caratteristiche e suono diverso.

 


 

E a proposito di mix, lo sapevi che ho recentemente scritto un libro dove tratto questi ed altri argomenti?

Quali sono le frequenze che danno fastidio a un suono? come regolare un riverbero? che differenza c’è tra un cavo bilanciato e sbilanciato o quale microfono è più adatto alla voce?  Oltre 240 pagine in un percorso guidato sulla gestione del suono.

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