REGISTRARE UNA BATTERIA CON LA TECNICA “GLYN JOHNS”: Cos’è e come funziona
di Lorenzo Sebastiani
Ciao,
Nelle produzioni moderne si arriva ad utilizzare mediamente dagli 8 ai 12 microfoni per la ripresa di una batteria. Oltre che richiedere un discreto quantitativo di risorse tecniche dello studio, la multimicrofonazione produce non pochi rischi soprattutto a livello di fase (risultato delle differenze temporali di arrivo del suono ai vari microfoni) e ha la particolarità di demandare alla fase di mix la “costruzione” del suono di insieme del kit, fatto non sempre voluto.
Esiste una nota tecnica di ripresa sviluppata da Glyn Johns, produttore e fonico che ha lavorato con i Beatles, i Led Zeppelin, The Who, The Rolling Stones, The Eagles, Eric Clapton, che utilizza solamente 3 o 4 microfoni ed è sufficiente a fornire un suono completo e ricco di punch.
Il metodo si basa essenzialmente sull’utilizzo di 2 microfoni a condensatore a largo diaframma con figura polare cardioide, meglio se matched-pair per garantire la più omogenea risposta nel fronte stereo.
Il primo di essi deve essere collocato sopra il centro del kit (o in linea col centro del rullante) a circa 80cm-120cm. Già da sé questo microfono deve fornire un’immagine bilanciata e completa del kit. Qualora non fosse così è possibile provare diverse altezze e inclinazioni al fine di ottenere il risultato perfetto.
Il secondo va posizionato dalla parte del timpano che “guarda” il centro del rullante e ad un’altezza di circa 15cm dal bordo del timpano stesso.
La chiave essenziale dell’applicazione del metodo è che la distanza dei due microfoni dal centro del rullante sia esattamente uguale. Questo accorgimento permette di avere il rullante sempre in fase perfetta fra i 2 segnali; nel momento in cui essi verranno aperti uno a destra ed uno a sinistra nel panorama stereo, otterremo un’immagine bilanciata con cassa e rullante al centro ed il resto correttamente distribuito.
I due overhead, così posizionati, forniscono di per sé un’immagine completa. Tuttavia, per ottenere un suono più esteso e definito, posizioniamo un microfono dinamico o condensatore nella grancassa ed un dinamico sul rullante.
Sperimentiamo varie posizioni al fine di ottenere il tipo di suono più adatto alla produzione.
Questi due microfoni spot serviranno ad aggiungere quello che manca negli overhead.
La Glyn Johns è una tecnica davvero interessante e veloce da applicare. Tuttavia non sempre funziona.
Il presupposto essenziale perché funzioni è che il batterista suoni con le giuste dinamiche la parte. In effetti è una tecnica che rispetta pienamente il suono del musicista, che diventa il maggiore responsabile del risultato.
Un’altra importante nota da fare è che tale tecnica funziona molto bene su kit minimali mentre su kit complessi (molti piatti, toms, ecc…) è molto difficile (ed alcune volte impossibile) ottenere un suono definito e bilanciato.
In terzo luogo il suono della stanza: assolutamente fondamentale per ottenere un buon risultato!
Con questa tecnica il suono della stanza è parte integrante e, di conseguenza, si otterrà un bel risultato in stanze che suonano bene e soprattutto “grosse”.
Infine, partendo da queste linee guida è sempre possibile e auspicabile sperimentare variando microfoni e posizioni, tecniche di mix, ecc….perché come sempre, nella produzione musicale, there are no rules!!!
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