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Approfondimenti su strumenti, software e tecniche usate nel campo degli arrangiamenti e della produzione musicale.

Il Chorus

L’effetto “chorus” , come si può facilmente intuire dalla parola stessa tende a simulare l’effetto di un coro, arricchendo il suono originale attraverso la somma di tante copie di esso leggermente ritardate tra di loro e con variazioni di intonazione rispetto al suono principale. In effetti, quello che avviene all’interno di un coro di voci è proprio questo…

Non tutte le voci avranno la stessa intonazione e lo stesso timbro e soprattutto non tutte le voci canteranno perfettamente a tempo tra di loro.

Per quanto perfetto e intonato sia un coro la sua caratteristica principale è proprio dovuta allo sfasamento tra le componenti che lo compongono. Questo porta ad avere un suono di insieme (detto anche “ensemble”) che si differenzia da una voce singola, proprio per la sua ricchezza timbrica. Un fattore dato dalle piccole differenze tra i vari elementi.

Questo è quello che succede nell’effetto “chorus”.

Il segnale originale viene duplicato in diverse copie, ognuna delle quali verrà successivamente alterata di intonazione e di tempo rispetto all’originale. Il cambio di intonazione avviene attraverso un fenomeno tecnicamente chiamatoeffetto doppler.

Questo è quello che succede se si crea un ritardo variabile nella “seconda voce” rispetto all’originale. Si avrà un cambio di intonazione variabile (l’effetto è simile a quello di una sirena che passa, un vero e proprio sfasamento di intonazione).

Per creare un ritardo variabile, o meglio, oscillatorio viene applicato un filtro LFO al Delay  così come si può vedere dalla figura 1:
il chorus figura 1

Questo è il diagramma di un singolo canale. Solitamente all’interno di un chorus ne esistono molti altri, così come un coro è formato da più voci differenti.

È un effetto molto utilizzato soprattutto dai chitarristi ma non solo, spesso viene utilizzato in fase di mixaggio quando serve allontanare uno strumento, perché questa caratteristica di “sdoppiamento” fa perdere il “fuoco” al suono originale.

Può essere utile in alcuni casi, quando ad esempio abbiamo troppi strumenti in “mono” e abbiamo la necessità di aumentare la stereofonia.

Molte di queste voci infatti sono “pan pottate” (direzionate) a destra e a sinistra creando così un effetto stereofonico.

 

 


 

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