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Approfondimenti su strumenti, software e tecniche usate nel campo degli arrangiamenti e della produzione musicale.

Il Delay (Parte prima)

Che cos’è?

Una o più ripetizioni del segnale originale si sommano ad esso creando un effetto molto interessante e musicalmente molto utilizzato: il “delay”.
Ne esistono di diversi tipi, ognuno dei quali genera effetti differenti.
Originariamente i primi delay erano costruiti con dei nastri magnetici, esattamente come quelli che si utilizzavano per registrare.
Mentre il nastro scorreva una testina scriveva e una leggeva quello che era stato scritto (registrato) dalla testina precedente. Il tempo che impiegava il nastro dalla prima alla seconda testina determinava il ritardo (delay).
Questo ritardo, sommato poi al suono originale dava forma ai primi tipi di “echo” (utilizzati negli anni 50). Ecco una figura che lo rappresenta (fig.1).

Figura n.1

L’inventore di questo effetto fu Les Paul (lo stesso che inventò la celebre chitarra Gibson). Questo genere di delay, chiamato “tape delay”, era in voga negli anni passati, caratterizzando il suono di molti artisti di quel periodo.

La sua caratteristica principale era avere una sola ripetizione e molto vicina al suono originale (cioè con un ritardo relativamente breve).
Era molto difficile però impostare il tempo di delay (quello che oggi viene definito “Delay time”), l’unico modo era quello di variare la velocità di rotazione del nastro magnetico.
Successivamente vennero inventati altri modelli, uno tra tutti “l’echoplexers”, utilizzato tantissimo negli anni settanta.
La sua caratteristica principale era quella di avere un anello di nastro che girava continuamente senza avere il problema di finire il nastro come succedeva nei primi modelli. Questo “loop” (anello) di nastro girava in continuazione facendo in modo che l’effetto non si interrompesse mai.

Negli anni Ottanta, con l’avvento del digitale, i delay diventarono delle macchine elettroniche in grado di gestire molto meglio tutti i parametri.
Il delay ha caratterizzato lo stile di molti musicisti (pensiamo alle chitarre di “The Edge” degli U2) o a tutta la musica trip hop, jungle degli anni Novanta.

Ancora oggi, però, è molto utilizzato…

 


 

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