Giu 10, 2020 | Mixing e fonica |
Come microfonare una batteria – Parte 1 – La cassa di Lorenzo Sebastiani Ciao, Eccoci di fronte a uno degli strumenti più complessi per quanto riguarda la quantità di microfoni da gestire contemporaneamente. Una batteria solitamente è composta da diversi elementi, una cassa, un rullante, un charleston, tom e timpani e i vari piatti . Ogni batterista ha il suo set up, in alcuni casi può essere variabile a seconda delle esigenze di produzione. Setup microfonico di ripresa di una batteria In ogni caso il concetto è che si tratta di uno strumento composto da una moltitudine di elementi che devono poter essere gestiti in maniera univoca. Per questo motivo è fondamentale microfonare ogni elemento, ma al tempo stesso è ancora più importante riuscire a dare un suono d’insieme, senza separare gli elementi che la compongono. Il fatto di avere riprese dirette per ogni singola percussione è fondamentale per una corretta gestione in fase di mixaggio. Qualsiasi elemento può così essere messo in evidenza, “pan pottato”, riverberato o compresso in maniera indipendente. Infine sottolineo che alcuni elementi, come ad esempio il rullante, necessitano di più microfoni per ottenere una ripresa corretta. Questo perché il suono è formato dall’insieme delle due superfici, una con la pelle (dove si suona) e l’altra, la “cordiera”, un elemento composto da una serie (generalmente una ventina) di spirali metalliche che entrano in vibrazione ogni qualvolta il rullante viene suonato. Esistono diverse tecniche per microfonare la batteria, c’è chi preferisce usare molti microfoni per avere un suono ricco di armoniche e prospettive diverse, e chi avere solo le dirette, per avere più fuoco...
Apr 30, 2018 | Arrangiamenti Musicali, Mixing e fonica |
di Lorenzo Sebastiani Ciao, Molto frequentemente durante un mix di batteria si ricorre all’utilizzo dei gate o degli expander per limitare i rientri (leakage) rispetto alla fonte a cui ciascun microfono è dedicato. Ad esempio uno dei primi problemi è il rientro dell’Hi-Hat nel microfono del rullante. Ma spesso, se si cerca un’immagine pulita e secca della batteria, anche i rientri indesiderati nei microfoni dei tom vorremmo che fossero limitati. In questi casi si utilizzano i gate che consentono di fissare una soglia (threshold), la quantità in dB di attenuazione (floor) e altri parametri di comportamento. Quando il segnale sul quale è applicato il gate supera quella definita soglia, il gate si “apre” lasciando passare il suono che, in caso contrario (quando il segnale si trova al di sotto della soglia), viene attenuato. Il problema nasce quando i rientri sono così invadenti che “aprono” il gate anche se non dovrebbero. Facendo un tipico esempio, il forte rientro del rullante nel microfono del tom potrebbe far aprire il gate anche quando il tom non suona, in corrispondenza del colpo di rullante. Una soluzione potrebbe essere quella di applicare un close miking più stretto ma non sempre è ciò che vogliamo: a volte ci piacerebbe riprendere il kit più da lontano per riprendere in maniera più completa e naturale il suono. Ecco che in questo caso l’utilizzo dei trigger ci potrebbe fornire la soluzione ideale. Esistono in commercio dei microfoni a contatto che potrebbero essere utilizzati proprio a tale scopo. L’uso più comune dei triggers è quello di sostituire o aggiungere un campione audio del kit come la grancassa, il...
Nov 25, 2016 | Mixing e fonica, Software musicali |
di Lorenzo Sebastiani Ciao, VocAlign della Synchro Arts è un plugin davvero interessante e utile in quanto consente di allineare perfettamente sul tempo una traccia denominata Dub (secondaria) sulla base di una principale definita Main. Non solo, VocAlign può essere utilizzato anche per “synchare” due parti musicali (ad esempio un pattern di batteria elettronica su una reale o viceversa) ed è usato anche in ambito post produzione video. Un comune utilizzo in ambito produzione musicale è quello di mettere a tempo una o più tracce vocali armonizzate in riferimento alla principale, come nella figura di seguito. Apriamo VocAlign in modalità Rendering (Audio Suite) e capiamo come agire. Per prima cosa acquisiamo nelle due aree la Main Vox e la Dub Vox. Clicchiamo su “GUIDE”, selezioniamo la regione audio interessata nella Edit Window di ProTools e clicchiamo su “Capture” posto sul bordo inferiore della finestra di VocAlign. Clicchiamo poi su “DUB” e acquisiamo allo stesso modo la regione audio della voce secondaria. La situazione sarà simile alla seguente. I grafici esposti mostrano le variazioni in volume delle due tracce nel tempo. La prima opzione da valutare è l’algoritmo di Editing che può essere “Frequency” oppure “Time”: Scegliamo “Frequency” se l’audio sul quale stiamo lavorando proviene da una sorgente melodica (a singolo pitch). In questo caso la qualità del risultato sarà migliore. Optiamo invece per “Time” se stiamo lavorando su sorgenti audio complesse (ad esempio una percussione). Nel nostro esempio, essendo due linee vocali ha senso scegliere “Frequency” come algoritmo di processing. Per un allineamento veloce scegliamo la modalità “Basic” (che è quella di default). Qualora avessimo situazioni complesse...
Nov 16, 2016 | Effetti musicali, Mixing e fonica |
di Lorenzo Sebastiani Ciao, Microfoni o mixer che emettono rumori, ronzii, scricchiolii, che manifestano perdita di segnale, distorsioni. Quante volte vi è successo? Tutto può avere origine da un cavo o da un connettore usurato o di scarsa qualità. La catena audio (la cui “forza” dipende sempre dall’anello più debole) può essere interrotta da un cavo difettoso. Iniziamo dunque ad analizzarli per capire il loro funzionamento e la loro utilità. Innanzitutto è necessario fare una distinzione tra cavi “non schermati” e cavi “schermati”. Le uniche apparecchiature che utilizzano i primi sono gli altoparlanti, i diffusori. Tutti gli altri cavi devono necessariamente essere schermati. La schermatura è fondamentale, dal momento che i segnali audio (sia microfonici che “di linea”) devono essere adeguatamente amplificati e possono coinvolgere in questo processo rumori parassiti eventualmente captati. Questa è la cosiddetta “calza”, presente all’interno del cavo (proprio sotto la guaina isolante). Il nome deriva dal fatto che è un vero e proprio intreccio di sottili fili di rame (fig.55). Figura n.55 Più è fitta la maglia maggiore sarà l’isolamento dai campi magnetici. L’isolamento massimo lo si ottiene attraverso un consistente foglio di metallo, avvolto al conduttore interno. Tali cavi, molto particolari e utilizzati in specifici utilizzi come nella gestione delle radiofrequenze delle installazioni fisse (ad esempio le antenne TV), sono tuttavia molto rigidi sarebbero inadatti al nostro scopo. Esistono tuttavia cavi dotati di calze con maglie così fitte da garantire un ottimo isolamento e contemporaneamente da offrire la necessaria flessibilità meccanica di impiego. È quindi fondamentale, quando si acquista un cavo, sceglierlo a “maglia fitta di schermatura”. Un’altra caratteristica che deve avere...
Nov 9, 2016 | Mixing e fonica |
di Lorenzo Sebastiani Ciao, Come abbiamo appena visto durante la trasmissione del segnale in un cavo audio è possibile incontrare interferenze elettromagnetiche. Per limitare questo fenomeno, soprattutto nel caso di lunghi tragitti come nei concerti live o anche in studi particolarmente grandi, si ricorre a un sistema di bilanciamento del segnale. In un cavo sbilanciato il segnale originale (A) viene sommato all’interferenza esterna captata nel tragitto (B) e quindi amplificata dal mixer o dal registratore : Nel caso di una linea bilanciata, invece, il segnale originale verrà prima duplicato su un altro canale e girato di fase durante il tragitto. Successivamente sarà riportato alla sua fase originale, prima dell’ingresso nel mixer o del registratore. Ecco un’immagine che rappresenta tale processo. Tutto questo avviene attraverso un’unità apposita chiamata “D.I.BOX” In questo caso l’interferenza non si sommerà più al singolo canale ma a tutti e due, su fasi opposte: A questo punto la somma dei due segnali non solo annullerà l’interferenza, ma aumenterà anche il segnale di ingresso del doppio: Il segnale bilanciato quindi ha il doppio del volume e un’assenza completa di interferenze esterne. Ecco perché in qualsiasi live professionale vengono bilanciati praticamente tutti i segnali di linea. La differenza quindi tra un cavo sbilanciato e uno bilanciato è che il primo dispone di un solo conduttore (rosso) oltre alla massa (calza). (Figura 56) mentre un cavo bilanciato dispone di due conduttori (rosso e blu nella figura) oltre alla massa (figura 57). Quest’ultimo cavo (a due conduttori) è utilizzato non solo per le linee bilanciate ma anche per le linee stereo...
Set 19, 2016 | Mixing e fonica |
di Lorenzo Sebastiani Ciao, Quante volte leggiamo fra le varie options di una suite di mastering la funzione “dithering”? La attiviamo, la disattiviamo e non riusciamo a “sentire” il risultato in modo così “evidente”. Ebbene questo importante strumento è un anello imprescindibile della catena di mastering, soprattutto in fase di bit-depth reduction per la stampa di un CD Audio. Una forma d’onda sappiamo essere formata da tantissimi campioni che nel caso del formato CD Audio è pari a 44.100 campioni per secondo. Ciascun campione (che di fatto è un punto della forma d’onda) è rappresentato da una frase di 8, 16, 24 o 32 bit. Quanto più è alto il numero di bit tanto più elevata è la qualità della rappresentazione dinamica del segnale audio. Quando ad esempio registriamo e mixiamo a 24 bit e poi “convertiamo” il risultato a 16 bit per stampare un CD Audio stiamo di fatto riducendo la qualità di tale rappresentazione perché da ogni campione stiamo “buttando via” 8 bit. Questa operazione è definita “approssimazione” e produce degli effetti collaterali acusticamente udibili. Facciamo finta che il valore di uno dei punti che formano una sinusoide a 500Hz sia 3,452: con un’approssimazione il valore verrebbe ridotto a 3.45, perdendo uno 0,002. Ogni volta che avremo il valore 3,452 ricorrerà lo stesso errore. La ciclicità dell’errore genera delle armoniche indesiderate nel segnale di partenza (distorsione armonica) maggiormente udibili in momenti musicali a bassa dinamica e con strumenti solisti (ad esempio la coda di un violino). Il dithering nasce per ridurre tali effetti collaterali, legati alla ciclicità dell’errore di quantizzazione, introducendo nel segnale audio originale (quindi...